Politica

Ecco il Nuovo “Stato osservatore permanente”

Lo Stato Palestinese, attualmente sotto assedio nella striscia di Gaza dalle forze israeliane, è diventato “Stato osservatore permanente” in seno alle Nazioni Unite. Ma questo cosa comporta? Potrà partecipare a tutti i procedimenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite poter far sedere i diplomatici palestinesi tra i delegati di tutto il mondo senza tuttavia poter votare sulle risoluzioni e sulle bozze delle stesse legiferate dal Consiglio o dall’Assemblea Generale.  I delegati potranno concedere dichiarazioni in forza dello Stato che rappresentano e potranno presentare proposte ed emendamenti e di aggiungere elementi all'agenda dei lavori delle Nazioni Unite, nonché far eleggere propri diplomatici in alcune delle istituzioni dell'Onu correlate all'Assemblea generale. La bandiera della Palestina potrà finalmente anche se discosta dalle altre sventolare all’esterno delle Nazioni Unite. Il governo di Netanyahu ha respinto vigliaccamente all’unanimità la risoluzione emessa dall’Onu di far diventare membro la Palestina, ma non solo in un gesto eclatante l’ambasciatore israeliano ha stralciato una copia della Carta delle Nazioni Unite in segno di spregio e disprezzo. 

Ma non solo, la comunità internazionale sulla questione si è divisa tra i 143 favorevoli pronti a salvare la vita e a portare in alto la bandiera dei diritti umani, i nove contrari tra cui non potevano mancare gli Stati Uniti e i 25 ignavi o astenuti tra cui Italia, Regno Unito e Germania. L’Italia scandalosamente si è astenuta per ben due volte dal firmare e sostenere con ogni mezzo necessario la risoluzione Onu per il cessate il fuoco e il riconoscimento della Palestina come Stato membro effettivo. E meno male che all’Art 10 della nostra Carta Costituzionale l’Ordinamento Giuridico Italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute, ivi comprese quelle sui diritti umani. La deputata dei 5stelle Stefania Ascari criticando il ministro degli Esteri Tajani ha dichiarato: parla di due popoli e due stati” chiediamo “cosa pensa di fare per raggiungere quest’obiettivo” e soprattutto “cosa pensa di fare il governo italiano per fermare questo massacro”.  

Scioccante è stata la replica del ministro la posizione dell’Italia è “di grande equilibrio”, ma equilibrio su cosa o soprattutto da chi? Cos’è più importante avere un posto nella Storia come Stato attivo nel salvare vite garantendo il diritto e la tutela internazionale di uno Stato allo stremo o limitarsi a inviare solo generi di prima necessità? Un colpo di scena nella votazione è stato quello dello Stato Francese e Spagnolo che hanno votato a favore. Una votazione importante sarà quella del 10 settembre quando dopo l’esito favorevole della risoluzione nell’ Assemblea Generale spetterà al Consiglio di Sicurezza poiché la Francia durante la votazione in Assemblea si è espressa favorevolmente. I membri del Consiglio dovrebbero “riconsiderare favorevolmente” l’effettiva adesione anche se con alcuni dubbi e incertezze da parte americana.  La nomina della Palestina a "Stato osservatore permanente" presso le Nazioni Unite rappresenta un significativo passo avanti nella lunga e complessa lotta per il riconoscimento internazionale dei diritti del popolo palestinese. Questo status consente ai rappresentanti palestinesi di partecipare attivamente ai lavori dell'ONU, sebbene senza diritto di voto, e di sollevare questioni cruciali nell'agenda internazionale. La reazione di Israele e la divisione della comunità internazionale mettono in luce quanto la questione palestinese sia ancora estremamente polarizzante. 

La posizione di paesi come l'Italia, che si è astenuta dal sostenere pienamente la risoluzione, solleva interrogativi sul rispetto dei principi fondamentali di diritto internazionale e dei diritti umani sanciti dalle costituzioni nazionali. Gli stessi diritti sembrerebbero sanciti solo in modo formale e non in forma sostanziale. L'approvazione della risoluzione da parte dell'Assemblea Generale e l'eventuale sostegno del Consiglio di Sicurezza potrebbero aprire nuove opportunità per la Palestina, ma anche nuove sfide diplomatiche. La decisione di paesi come Francia e Spagna di votare a favore segna un cambiamento positivo, mostrando un crescente supporto internazionale. Tuttavia, la strada verso il pieno riconoscimento e la pace è ancora lunga e complessa. Sarà cruciale osservare gli sviluppi futuri e le azioni concrete che verranno intraprese dalla comunità internazionale, per garantire che le dichiarazioni di principio si traducano in misure efficaci per la protezione dei diritti umani e la promozione della pace. La prossima votazione del Consiglio di Sicurezza sarà determinante per il futuro della Palestina, e l'impegno dei suoi membri sarà essenziale per trasformare questa opportunità in un concreto passo avanti verso una soluzione duratura del conflitto.

Marco Rispoli (Davoli).